sempre sul pezzo #3
…ed ha pure annunciato la partenza della sua Banca dei Poveri:
È gia stata ribattezzata «banca dei poveri». È stata promossa dalla curia arcivescovile di Napoli per aiutare «soprattutto i giovani ed i padri di famiglia senza un lavoro a darsi un’occupazione e a procurarsi un reddito» e sarà operativa entro la fine del mese. Lo ha annunciato oggi, parlando ai fedeli nel corso della cerimonia per la liquefazione del sangue di San Gennaro, l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe.
In questo modo si vuole «aiutare chi ha idee e progetti ma non ha risorse economiche per realizzarli». Nei mesi scorsi è stato costituito dalla Curia di Napoli l’apposito fondo ‘Spes’, speranza, per l’erogazione dei prestiti a tasso zero. Chi vuole avviare una nuova attività che serva per dare reddito alla propria famiglia o offrire un’occasione per i giovani potrà avere in prestito fino ad un importo massimo di 20mila euro da restituire in alcuni anni a tasso zero.
(estratto da ilMattino.it)
sempre sul pezzo #2
Il sangue di San Gennaro si è sciolto e il Cardinale Sepe non le manda a dire nemmeno questa volta:
Parole dure del cardinale, nel corso dell’omelia di San Gennaro. «I problemi del sud sono scomparsi, per lungo tempo, da un’agenda politica troppo impegnata a turare le altre falle che via via si aprivano». ha detto. «Ma il Mezzogiorno non può continuare a essere la falla permanente della storia d’Italia; così come Napoli non può rassegnarsi a tenere saldamente il titolo della città dell’emergenza». «La mancanza di lavoro è forse il primo dei problemi che tengono in ostaggio Napoli», ha aggiunto l’arcivescovo di Napoli, il cardinale. «Lavoro significa un guadagno onesto, lavoro significa la possibilità di rendersi utile e di esprimere le proprie competenze. In una parola, lavoro è dignità, ciò a cui tutti gli uomini hanno diritto». Sepe ha poi fatto riferimento ai temi dell’integrazione con gli immigrati: «Siamo, nonostante le poche risorse, la città dell’accoglienza. Le porte di Napoli sono aperte a tutti e il volto della comunità esprime ora una multiculturalità diffusa e accettata». Poi l’ultimo colpo alla politica, ma anche al ceto intellettuale e alla gente comune: «Non possiamo restare immobili di fronte all’inevitabile, non possiamo restare vittime della nostra commiserazione, sperando di commuovere qualcuno e spronarlo a porre attenzione alla nostra storia futura».
(estratto da CorrieredelMezzogiorno.it)
sempre sul pezzo
Crescenzio Sepe è l’unico a non perdere mai di vista il nocciolo della questione, anche quando gli chiedono di Piedigrotta (in un’intervista a Il Mattino):
Eminenza, in questi giorni la città sta vivendo un momento molto atteso, la festa di Piedigrotta.
«Va affrontata con lo spirito giusto. Non dev’essere, né oggi né in futuro, una manifestazione solo folcloristica, ma in grado di mettere insieme le forze positive che la città esprime».