…e mò?
Posted on | 3 marzo 2011 | No Comments
In piena zona Cesarini, l’opposizione è riuscita far cadere Rosetta Iervolino prima del triplice fischio dell’arbitro. Dopo averla tenuta sulla graticola per un sacco di tempo, troppo.
Comunque, ormai il dado è tratto e il centrodestra godrà dell’indubbio vantaggio di andare alle elezioni con il centrosinistra allo sbando totale e senza più alcun rappresentante delle istituzioni nelle proprie fila. Cosa che a qui Napoli non accadeva da secoli.
E mò?
Chiunque guiderà Palazzo San Giacomo erediterà un Comune in dissesto finanziario (proclamato o no che sia, ma a questo servirà probabilmente il commissario prefettizio), una città in ginocchio e ferita. Vittima consapevole (e corresponsabile) di una classe politica che ha buttato nel cesso tutti i treni passati per rilanciarla dopo la spolverata del G7 buonanima del 1994 (basta, vi prego, con i ricordi commossi di piazza del Plebiscito chiusa, Clinton che mangiava la pizza con le mani e Berlusconi che augurava bunga bunga coniugali agli altri capi di stato).
Siamo tornati al punto di partenza. Più vecchi, cinici e disincantati di venti anni.
Ieri sono andato ad ascoltare Matteo Renzi presentare il suo libro “Fuori!”. Mi avevano raccontato di bagni di folla a Milano, Roma, Perugia. Dell’efficacia delle clip video da lui utilizzate per sviluppare e sostenere il ragionamento.
Beh, nell’aula Spinelli di Scienze Politiche (non mi è parsa un’idea proprio geniale. ndr) almeno metà dei presenti erano professori universitari, burocrati e affini (quelli cioè che Renzi vorrebbe rottamare), poi studenti cazzeggianti e infine quelli che magari avrebbero voluto assistere alla performance ma lo schermo era grande come il mio iphone e non si sentiva una mazza.
In sintesi, la palude napoletana ha disinnescato anche l’ottimo Matteo.
Avanti il prossimo.