quantum of sòla
Premetto di non essere un fan di 007 ma bisogna dire che Casino Royale, al confronto con Quantum of Solace, era una pietra miliare della cinematografia moderna.
Ci sono dei buchi di sceneggiatura (parola grossa) imbarazzanti ed è un unico susseguirsi di schermate da videogame intervallate da idiozie senza precedenti.
A un certo punto Giancarlo Giannini finisce cadavere nella monnezza e non si capisce perchè.
E, poi, ma che è ‘sto Quantum?
Una boiata pazzesca che è stata comunque di gran lunga il miglior debutto al botteghino di un film di 007 negli States.
weekend box office nov 14-16
[source: Box Office Mojo]
the approval matrix: week of november 24, 2008
The New York Magazine [16/11/2008]
Our deliberately oversimplified guide to who falls where on our taste hierarchies.
forse bisogna insistere_2
Quello che segue è un estratto dell’eccellente reportage che Daniele Raineri e Rolla Scolari realizzarono a Baghdad per Il Foglio.
Tra le varie cose si fecero spiegare dal generale Petraeus come cacchio aveva fatto a cacciare al Quaida dalla città. Petraeus spiegò che non erano stati gli americani da soli a farlo, ma insieme agli iracheni. C’era riuscito guadagnandosi la loro fiducia, convincendoli che avevano finalmente l’occasione di riappropriarsi delle proprie vite grazie alla presenza delle truppe americane. Li convinse che finalmente potevano ribellarsi e smetterla di dare a quei fanatici la copertura necessaria a fare continui attentati che ammazzavano sì i militari americani ma soprattutto i civili iracheni. Insomma, sarebbe stato un affare per tutti.
A quanto pare si sono convinti.
forse bisogna insistere_1
[Io Donna, Corriere della Sera 15/11/2008]
«CAMORRA CITY»? PEGGIO DELL’IRAQ
CASERTA – Saranno i muri alti, le corti interne delle villone che ospitano le grandi famiglie della camorra casalese: opulente al loro interno, ma chiuse su se stesse, veri fortini che ricordano quelle delle campagne afghane, o quelle sparse nell’Iraq meridionale verso il delta del Tigri e dell’Eufrate. Oppure saranno l’omertà diffusa, il senso di rassegnata impotenza tra gli onesti, l’idea che se appartieni a un clan non ne puoi uscire, che anche un agente delle forze dell’ordine è in qualche modo condizionato dalle leggi del sangue. O, ancora, l’assenza dello Stato, l’impressione che le regole le detti il più forte, chi sa incutere più paura. Sta di fatto che a girare nei borghi maleodoranti di discariche, fiumi inquinati e quartieri costruiti nel caos contro le più elementari regole urbanistiche tra la periferia di Caserta, Casal di Principe, Castel Volturno e Sessa Aurunca, viene automatico pensare ai Paesi disastrati del Terzo Mondo, alle zone di crisi in Medio Oriente, al terrore iracheno e la guerra afghana. «Con una differenza però. Qui è ancora peggio che a Nassiriya nel 2004. Là almeno gli iracheni ci dicevano grazie quando noi militari riuscivamo a catturare un bandito e portare un po’ d’ordine. Qui neppure quello. Nel Casalese ogni rappresentante dello Stato è considerato un nemico, sempre e comunque. A noi carabinieri qui nessuno dice grazie» spiega con lo stile diretto che lo contraddistingue il colonnello Carmelo Burgio, comandante dei carabinieri che operano in provincia di Caserta.
« indietro — avanti »